"Patrizio Masini? Non ho mai avuto alcun dubbio: sapevo ce l'avrebbe fatta"
Dalla Liguria alle Marche. Il lungo viaggio dalla terra di nascita all'attuale 'patria' di Patrizio Masini è un tuffo nei ricordi di chi, forse più di chiunque, lo ha visto crescere sia come calciatore, ma soprattutto in qualità di uomo. Mister Luca Chiappino, allenatore dell'Under 17 del Genoa, si è concesso alle domande de La Giovane Italia ripercorrendo e ricordando i momenti in cui l'attuale centrocampista dell'Ascoli ha fatto capire a staff rossoblù e compagni che sarebbe diventato un grande professionista.
Prima la Sambenedettese, passando per Genova e Lecco fino all'Ascoli. Ci racconta com'era Masini ai suoi inizi?
"Patrizio è sempre stato fin dal principio un ragazzo che ha sempre messo grande determinazione, passione e voglia di imparare. Molto generoso in campo, si spendeva tantissimo in allenamento come in partita; me lo ricordo molto trainante anche per i compagni e dai comportamenti correttissimi: era centrato, in tutto quello che faceva, e metteva in pratica le nostre proposte con grande entusiasmo. Dal punto di vista fisico e della volontà è sempre stato parecchio avanti rispetto ai compagni della sua età. Questo suo modo di essere e di fare l'ha aiutato nel proseguo della sua crescita; tutti gli allenatori e gli istruttori che ha avuto nella nostra società, erano più che mai convinti che avrebbe fatto un percorso su buonissimi livelli".
È un centrocampista che ha il vizietto del gol (sono già due in stagione). Lei che lo conosce bene, pensa che potrebbe essere impiegato anche più vicino alla porta?
"Lui per me è prevalentemente una mezzala e un interno con grandissime capacità da interditore. Dal punto di vista organico ha sempre avuto una marcia in più rispetto agli altri, anche se non lo vedo come trequartista e rifinitore che architetta l'ultimo passaggio. Quasi tutti gli allenatori lo impiegano come mezzala o play davanti alla difesa affidandogli molte mansioni, essendo lui veramente duttile: l'ho visto fare anche il quinto in una difesa a cinque, l'esterno a tutta fascia denotando grandi capacità di corsa e sacrificio, ma soprattutto una intelligenza tattica fuori dal comune".
A noi de La Giovane Italia piace raccontare i ragazzi anche al di fuori del rettangolo da gioco. Si ricorda il Masini ragazzo ancor prima che giocatore?
"Ti racconto un aneddoto che ho vissuto in prima persona con lui. L'ho avuto nell'Under 17 e lo conosco molto bene, poi lui è passato in Primavera da giovanissimo. Andai a godermi un derby Sampdoria-Genoa dove non era stato impiegato neanche per un minuto; finita la partita lo vidi uscire dal campo: stava piangendo. Gli chiesi il motivo e mi rispose che teneva tantissimo a giocare la stracitaddina ligure perché voleva dare una mano ai suoi compagni di squadra. Non ho mai avuto dubbi, anche se non gli ho conferito la certezza matematica: sapevo che sarebbe diventato un professionista e si merita tutto quello che sta ottenendo adesso. Quando poi sono tornato ad allenare la Primavera, con me non ha mai saltato neanche una partita".