Sinistro a Giraudo: il ritorno al "Paolo Mazza". Molto più di un semplice stadio...
Per un calciatore, ogni campo ha una sua storia, ma alcuni stadi sono più di un luogo di gioco: sono teatri di ricordi, di sogni, di ambizioni.
Domenica scorsa, in occasione della partita Spal-Perugia, ho avuto l’opportunità di tornare nello stadio a cui è legato uno dei momenti più indimenticabili della mia carriera, il “Paolo Mazza” di Ferrara. Era il febbraio 2022 quando, grazie alla fiducia di mister Roberto Stellone, ho avuto il privilegio di esordire in Serie B con la maglia della Reggina in un Spal-Reggina molto importante in chiave salvezza. Quel momento è rimasto indelebile nel mio cuore e continua a rappresentare forse il momento più alto sinora del mio percorso calcistico.
Durante il riscaldamento ho ripensato a quel giorno e mi è venuto in mente che proprio nello stesso punto in cui stavamo facendo il torello, due anni prima, durante il pre-partita, sbagliai un passaggio che teoricamente doveva essere diretto a Menez, ma finì contro i cartelloni pubblicitari. Ero intimorito dalla reazione che avrebbe potuto avere il fenomeno francese, il quale durante gli allenamenti in settimana non era mai tenero nei confronti di chi commetteva errori tecnici. Invece di rimproverarmi, Menez mi incitò battendo le mani e dicendo “Stai tranquillo, in partita questi passaggi non li sbaglierai”. Ecco, lì capii cosa significa essere un leader caratteriale oltrechè tecnico, perché quel piccolo conforto mi aiutò a stemperare la tensione e mi fece scendere in campo più libero mentalmente. A proposito, Menez aveva ragione: ad uno dei primi palloni toccati riuscii a fare l’assist decisivo per la vittoria di quella partita.
Oltre alle parole di Menez ci furono quelle del mio “padre calcistico”, mister Roberto Stellone, al quale bastò una semplice frase per caricarmi, per trasformare l’ansia in determinazione. Mi guardò negli occhi prima di entrare in campo e mi disse: “Pensa a tutte le persone che ti vogliono bene, che hanno fatto dei sacrifici affinchè tu potessi vivere momenti come questi. È il momento di ripagarli”. Ecco un’altra dimostrazione di cosa significhi essere leader. Stellone sapeva come entrare nella testa di un calciatore e spingerlo a dare il 110%.
Il pre-partita di domenica scorsa ha avuto dunque il sapore di un déjà vu, ma con una consapevolezza nuova, maturata negli anni. Questa volta infatti, tornare in quello stadio ha avuto un significato diverso. Sono sceso in campo forte di una maggiore esperienza, essendo ora uno dei più “vecchi” nello spogliatoio del Perugia e dunque con una responsabilità ulteriore. In questa fase della mia carriera sto realizzando che il mio ruolo non si limita a dare il massimo in campo, ma che devo cominciare ad essere io il leader, che i più giovani hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a dare il massimo in campo anche quando le cose non vanno sempre per il verso giusto, come sta capitando quest’anno alla nostra squadra. Essere un leader non è solo una responsabilità, è un privilegio. Significa saper ascoltare, dare l’esempio e saper confortare, proprio come Stellone e Menez hanno fatto con me.
Ogni ritorno su un campo come il “Mazza” mi ricorda quanto sia importante crescere non solo come calciatore, ma come uomo, e quanto il calcio sia un viaggio che richiede coraggio, umiltà e voglia di migliorarsi. Il “Mazza” non è un semplice stadio: è un capitolo della mia vita che mi ha insegnato l’importanza dei leader, e oggi porto quella lezione con me, ogni volta che scendo in campo, per diventare il leader di cui la mia squadra ha bisogno.