Genoa, il futuro è ora. Vieira sceglie la linea verde: Ekhator, Venturino e Ahanor

Nella sconfitta di mercoledì sera per 2-0 contro la Lazio, il Genoa ha scritto una pagina interessante del campionato con una scelta tecnico-tattica coraggiosa: negli ultimi 20 minuti, Patrick Vieira ha schierato l’attacco con la media d’età più bassa dell’intera stagione di Serie A. Accanto al trentatreenne Junior Messias, sono entrati due ragazzi classe 2006: Jeff Ekhator e Lorenzo Venturino. Una mossa che dice molto del presente, ma forse ancora di più del futuro del club.
Nessuna squadra quest’anno aveva mai messo in campo un reparto offensivo così giovane. Ma per chi conosce il Genoa, non è una sorpresa. Il club ha sempre puntato sulla crescita interna: far maturare i ragazzi nel proprio settore giovanile, inserirli con equilibrio in prima squadra, prepararli senza bruciare le tappe. Una filosofia che negli anni ha prodotto nomi importanti e un’identità riconoscibile.
Jeff Ekhator è al Genoa da dieci anni. Ha debuttato in prima squadra lo scorso agosto, in Coppa Italia contro la Reggiana, ed è già entrato nella storia come primo marcatore classe 2006 della Serie A Enilive. Lorenzo Venturino, compagno di reparto nelle giovanili, ha esordito in Serie A a gennaio nella trasferta dell’Olimpico contro la Roma e ora sta iniziando a collezionare minuti tra i professionisti. Insieme, nella scorsa stagione, hanno realizzato 21 reti con l’Under 18 di Gennaro Ruotolo. Ora condividono anche gli applausi del Ferraris.
Ma il dettaglio più interessante della serata è stato l’ingresso in campo anche di Honest Ahanor, difensore classe 2008 subentrato ad Aarón Martin. Con lui, Vieira ha portato a tre il numero di Grifoncini scesi in campo nella stessa partita: un segnale forte e chiaro.
Il tecnico francese, arrivato a novembre con la squadra in difficoltà, ha mostrato fin da subito la volontà di valorizzare il vivaio. In piena emergenza infortuni, ha convocato diversi ragazzi della Primavera (contro la Lazio erano in panchina anche Barbini e Nuredini) e li ha fatti giocare, scegliendo di dare loro fiducia. Negli ultimi giorni, si è parlato molto del suo futuro. Alla domanda se sarà ancora al Genoa nella prossima stagione, Vieira ha risposto: “Sto studiando il miglior futuro possibile per il Genoa”. Una dichiarazione che acquista ancora più peso alla luce delle sue scelte contro i biancocelesti.
Schierare Ekhator, Venturino e Ahanor non è stato solo un esperimento. È stato un messaggio: il Genoa può, e forse deve, ripartire dai giovani. Non come riserve, ma come parte integrante del progetto. Una squadra che, conquistata la salvezza, guarda avanti: stabilizzarsi a metà classifica, magari puntare a qualcosa in più. E forse, un giorno, tornare in Europa.
Vieira, in questo, si inserisce nella tradizione dei tecnici che più hanno creduto nel vivaio rossoblù. Prima di lui, Gian Piero Gasperini seppe costruire un gruppo competitivo portando il Grifone alla promozione in Serie A e alla qualificazione in Europa League, grazie anche all’inserimento di giovani talenti. Thiago Motta, sebbene la sua esperienza al Genoa nel 2019 sia stata breve, ha fatto esordire giovani giocatori, come dimostrato nella sua prima partita da allenatore professionista, vinta 3-1 contro il Brescia, con tutte le reti segnate da subentranti. Anche Alberto Gilardino, negli ultimi due anni ha dato fiducia a diversi ragazzi, tra cui proprio Ekhator. Ma Vieira sta andando oltre: vuole disegnare un’identità forte, e forse anche un’eredità.
In un calcio sempre più ossessionato dai risultati immediati, il Genoa rilancia un’idea diversa: costruire, non rincorrere. Il progetto rossoblù si fonda su sostenibilità, crescita e formazione dei giovani. Anche quando il risultato non premia, alcune partite segnano un nuovo inizio. Come quella contro la Lazio. Il futuro del Grifone è già in campo.