Primavera 4, caso play-off: una formula da rivedere per "tutelare" i più forti
Sono terminate le fasi finali dei play-off di Primavera 4. Ad ottenere la promozione, al termine della doppia finale, sono state il Mantova e l'Ancona, capaci di sovvertire il pronostico rispettivamente contro Virtus Verona e Catania. Onore quindi a loro ma qualcosa, a livello di formula dei play-off, va probabilmente rivisto. Le due sconfitte in finale, infatti, sono apparse lontane parenti delle squadre viste nel corso della regular season e forse ad incidere è proprio il regolamento dei play-off di Primavera 4, che costringe le due capoliste ad un mese di pausa tra la fine della regular season e la finale promozione, con tutte le conseguenze del caso: abbassamento della tensione nervosa, perdita del ritmo partita, arrugginimento dei ritmi e dell'amalgama di squadra durante una partita. Ed ecco che quindi il vantaggio del fattore campo in finale viene azzerato da fattori esterni alle possibilità della rosa.
Riepiloghiamo il regolamento, a beneficio di tutti i lettori. Il campionato di Primavera 4 si articola in due gironi, uno da dodici e uno da undici squadre. Al termine della regular season, la prima classificata si guadagna direttamente il posto nella finale promozione del proprio girone, mentre le squadre dal secondo al quinto posto giocano due turni per raggiungere l'altra finalista e giocarsi il posto in Primavera 3. Al netto del fatto che la prima classificata della regular season abbia a disposizione due risultati su tre (col pareggio, sulla doppia sfida, si privilegia il piazzamento nella graduatoria finale) e del fattore campo, appare evidente che ci sia una penalizzazione non da poco nell'arrivare primi. Sì, perché la regular season è terminata il 13 di aprile ma la finale d'andata è fissata per il 19 di maggio. Si tratta di un mese di stop che non può non condizionare due squadre abituate a giocare ogni settimana, costrette poi a trovarsi di fronte avversarie che invece non hanno mai smesso di giocare, arrivando così con il ritmo partita nelle gambe per l'appuntamento cruciale della stagione.
Prendiamo l'andamento delle due capoliste. La Virtus Verona si era presa il primo posto in classifica in tempo per la sosta natalizia: dopo il successo proprio ai danni del Mantova, i rossoblu di Recenti non avevano mai lasciato la vetta della classifica, andando a incrementare il vantaggio tra gennaio e febbraio, per poi rallentare un po' nella fase finale, senza comunque mai rischiare di perdere il primato. Eppure, in finale, sulla doppia partita, è stato il Mantova a predominare nettamente. Dopo il 2-2 dell'andata, che la Virtus ha ottenuto grazie a due calci piazzati (rischiando però il 3-1, con Del Bar che si è fatto ipnotizzare da Ficeli dagli undici metri), al ritorno i virgiliani sono stati capaci di mettere sempre sotto i veneti, andando avanti 2-0 nel primo tempo, rischiando qualcosa a cavallo tra le due metà, e provando a segnare anche il 3-0 nel finale. La Virtus è apparsa spompata e sulle gambe, ben diversa da quella che si era vista tra gennaio e febbraio, assolutamente inarrestabile.
Se possibile, il caso del Catania è ancora più lampante: i siciliani, nella regular season, avevano vinto diciassette partite su venti, con un filotto di dodici successi consecutivi per chiudere l'anno, praticamente l'intero girone di ritorno e le ultime due di andata, chiudendo con 13 punti di vantaggio sulla seconda, proprio l'Ancona. Eppure, dopo aver perso all'andata nelle Marche per 2-1, i ragazzi di Biagianti, costretti a vincere, non sono riusciti a sfondare né a rendersi molto pericolosi; specie nel finale, nella fase concitata del match, sono invece stati gli ospiti ad andare al definitivo colpo del ko, non riuscendo a concretizzare un paio di occasioni. Una squadra come quella catanese, che non aveva mai perso da dicembre in poi, e che non riesce ad imporsi per due partite consecutive, sembra la conferma che la formula vada rivista.
Ripetiamo: non si mettono in discussione le vittorie di Mantova e Ancona, ottenute e meritate sul campo. Forse però, nell'ottica di una competizione serrata come i play-off, in cui ritmo partita e cattiveria agonistica sono fondamentali, continuare a giocare anziché aspettare un mese darebbe la possibilità alle squadre che hanno vinto la regular season di non perdere quelle componenti non solo tecniche che hanno permesso loro di arrivare in testa alla classifica alla fine del campionato. Una tutela per i più forti, per garantire però un totale rispetto dei valori in campo e, perché no, anche dello spettacolo.