L'uomo della finale: Cristian Carrara

L'attaccante di Simone Fautario è risultato decisivo contro l'Empoli grazie a una doppietta fantastica nella gara più importante della stagione.
28.06.2023 11:00 di  Matteo Vigliotti   vedi letture
L'uomo della finale: Cristian Carrara
© foto di Inter ©Instagram

Finale al cardiopalma quella andata in scena allo stadio Bruno Recchioni di Fermo tra Empoli e Inter, che rinnovano il duello dello scorso anno in Under 14 con i nerazzurri vittoriosi per 3 reti a 2 sui toscani. 

Uno-due terribile dei ragazzi di Andrea Filippeschi con il vantaggio di Blini e il raddoppio di Campaniello che sembrano indirizzare verso forti tinte azzurre il match prima che Cristian Carrara, migliore in campo, decida di suonare la carica. 

Il numero 9, nel momento peggiore per i ragazzi di mister Fautario, prima riapre il match con un grandissimo sinistro sfruttando una pregevole iniziativa di Moressa e poi si scatena nel secondo tempo inducendo Lastoria a due miracoli, con una conclusione dalla lunga distanza e con un pregevole tocco che accompagna La Torre al tiro. Ciliegina sulla torta, la perfetta sponda di testa per Moressa che subisce fallo: penalty che Curcio non fallisce e 2-2. 

Negli 80 minuti di gioco si è vista tutta la qualità di cui dispone questo ragazzo; nonostante sia molto giovane, unisce una notevole struttura fisica a una grande presenza all'interno dell'area di rigore; è inoltre bravissimo a smarcarsi e liberare al tiro i compagni. Molto capace sia nelle sponde aeree che nel tenere palla, non ha problemi a svolgere anche il cosiddetto lavoro sporco, portandosi dietro più uomini e consentendo quindi lo smarcamento degli altri attaccanti nerazzurri. 

I gol pesanti per lui non sono un problema, come lo dimostrano la doppietta al Bologna e la rete contro la Juventus, oltre ovviamente a quella del momentaneo 3-2 nerazzurro nella finalissima, prima che il match che vale il campionato si decida ai calci di rigore. La sua freddezza davanti alla porta è sintomo di estrema fiducia nei suoi mezzi e di un duro lavoro, grazie al quale è riuscito a migliorare molto anche il piede debole, il mancino, con cui ha disegnato una splendida traiettoria che, probabilmente, ha consentito all'Inter di stappare la finale, battere l'Empoli e portarsi a casa lo scudetto.