Perché le fortune del Milan passano anche...dal centrocampo!

Ieri abbiamo visto una squadra capace di gestire il gioco ed interrompere le iniziative avversarie grazie ad un ottimo lavoro dei suoi centrocampisti.
20.06.2024 13:00 di  Alessandro Torre   vedi letture
Perché le fortune del Milan passano anche...dal centrocampo!

Il nostro approfondimento di oggi è il frutto di ciò che abbiamo potuto osservare nella giornata di ieri, in occasione di Sampdoria-Milan, semifinale di ritorno dei playoff Under 16 terminata sul risultato finale di 1-1. Il punteggio complessivo ha premiato però il Milan, per cui ha pesato molto il 4-1 strappato all'andata sul proprio campo di casa, che ha dato vita a un 5-2 totale grazie al quale i rossoneri hanno potuto volare in finale contro l'Atalanta. 

Quello che è saltato all'occhio nel corso della partita è stata la qualità e la mutabilità del centrocampo milanista. La formazione di Baldo ieri si presentava con un consueto 4-2-3-1, in cui la cerniera di metà campo era composta inizialmente da Fabio Pandolfi e Pietro Arnaboldi. Andiamo con ordine partendo dal primo giocatore: Pandolfi ha fatto una partita incredibile, coniugando qualità e quantità, impostazione ed interdizione, smistamento di palloni e contrasti per spezzare le iniziative avversarie. Le prime manovre dal basso del Milan passano necessariamente da lui, che chiede sempre la palla e la passa ai compagni anche in condizioni di grande pressione: la freddezza di certo non gli manca. Ha poi tentato alcune conclusioni dalla distanza, in cui eccelle con entrambi i piedi, come ci ha dimostrato con due grandi gol in occasione di Empoli-Milan, i cui highlights sono disponibili sul nostro canale. Uomo ovunque in mezzo al campo per il Milan, la cui ottima prestazione, in una partita in cui la Sampdoria doveva necessariamente osare di più per cercare di recuperare, è passata anche da una grande abilità in fase di non possesso.

La Sampdoria, infatti, ha spesso fatto girare il pallone verso i propri esterni o ha cercato immediatamente le punte con dei palloni in verticale, scavalcando la zona centrale in cui tutte le idee si andavano a perdere per l'ottimo lavoro dei centrocampisti rossoneri. Sempre posizionati bene, con le giuste distanze fra loro, con grande intelligenza a livello tattico per riuscire anche ad immaginare possibili sviluppi dell'azione avversaria. In questo senso, anche Arnaboldi, capitano della squadra milanese, si è comportato in maniera eccelsa, facendo da "barriera" a protezione dei difensori e sradicando molti palloni ai trequartisti blucerchiati. Vocazione a metà fra centrocampo e difesa, tanto è vero che, per la prima parte del secondo tempo, Arnaboldi poi è stato spostato proprio al centro della difesa, al fianco di Andrea Cullotta. Questo doppio ruolo di Arnaboldi è stato una costante nel Milan Under 16 di questa stagione. Questa capacità di adattarsi e cambiare pelle al proprio centrocampo è una caratteristica importantissima, che spicca ancora di più in partite pesanti come questa. 

Nel tratto finale della partita, abbiamo avuto modo di vedere anche Vincent Ibrahimović e Riccardo Grassini, che sono subentrati per portare freschezza e congelare il possesso in un momento in cui la Samp era arrembante. La missione è stata portata a termine senza eccessivi rischi, ma questa è un'altra dimostrazione anche della lunghezza della rosa a disposizione di Simone Baldo, con tante alternative diverse l'una dall'altra per caratteristiche.

Il Milan quindi vola in finale, dove si giocherà tutto contro l'Atalanta per conquistare il titolo: continuando così, però, avrà modo di contare sul lavoro fondamentale dei suoi centrocampisti, che garantiscono equilibrio a tutta la squadra, amano avere il possesso del pallone e sono clienti difficili da affrontare in quella zona per qualunque avversario.