LGI & Lnd: Matteo Raffaelli si racconta ai nostri microfoni
In una settimana a tema Lega Nazionale Dilettanti per la Giovane Italia, impegnata sui campi del Torneo Delle Regioni, abbiamo colto l’occasione per intervistare un protagonista dell’ultima edizione dell’almanacco attualmente in Serie D. Matteo Raffaelli è tra gli artefici della risalita nel Girone H della Palmese che, con 27 punti nelle 12 partite disputate fin qui nel girone di ritorno, ha letteralmente svoltato una stagione che al giro di boa vedeva i campani in zona retrocessione. Autore già lo scorso anno di una stagione più che positiva con la Primavera dell’Ascoli, terminata ad un passo dalla promozione, il portierino classe 2005 ci ha raccontato il suo percorso in esclusiva.
Ciao Matteo. I portieri hanno sempre aneddoti particolari sui loro inizi: come sei arrivato nel tuo caso ad indossare i guantoni?
“Ho tirato i primi calci al pallone nel campetto davanti casa, a San Benedetto del Tronto a 4 anni, tesserandomi per la Ragnola, la squadra del quartiere. Ho iniziato come giocatore di movimento, mi passava mai per la testa di mettermi in porta. Ad 8 anni sono passato alla Mariner, in cui conosciuto ragazzi che ho poi ritrovato anche ad Ascoli e nella terza ed ultima stagione trascorsa lì, il mister decide di provarmi in porta per le mie capacità aerobiche. Ho trovato anche un ottimo allenatore dei portieri (Simone Filipponi, con cui sono stato insieme anche ad Ascoli). Nella prima stagione in maglia bianconera, ad 11 anni, non avevo ancora la mia collocazione definitiva (giocavo sia in mezzo che in porta), ma le mie prestazioni tra i pali mi hanno convinto ad intraprendere quella strada a partire dall’anno successivo”.
Fin dall’esordio nei campionati nazionali ti sei messo in evidenza: a metà stagione con l’Under 15 vieni convocato per uno stage per giovani portieri a Coverciano, che esperienza è stata quella?
“Fu una chiamata del tutto inattesa. Venne a comunicarmelo il nostro team manager e iniziai a fare i salti di gioia. È stata un’esperienza molto formativa, senza contare a Coverciano sembra quasi di stare in un mondo a parte. Eravamo solo in 6 portieri e tutto lo staff ci dedicò il proprio tempo, ho praticamente vissuto un sogno”.
La stagione successiva, in cui avresti dovuto giocare in Under 16, i campionati giovanili sono stati in gran parte fermi a causa della seconda ondata pandemica, ma riesci a toglierti una grande soddisfazione con l’esordio in Primavera 1 parando un rigore ad un certo Edoardo Vergani…
“Innanzitutto devo ringraziare mister Seccardini, non credevo di scendere in campo dal 1’ perché non c’erano state avvisaglie al riguardo. Ho appreso il tutto alla riunione tecnica nel momento in cui ci è stata comunicata la formazione. Sul momento quando ho sentito il mio nome ci ho capito poco (Matteo era 3 anni sotto età), ma una volta in campo ho preso coraggio col passare dei minuti tra uscite e giocate che ho effettuato dopo il fischio di inizio. Posso dire di essermi divertito alla fine in quell’occasione, la chiave è stata affrontarla con la giusta spensieratezza”.
Dall’esordio in Primavera 1 passiamo a commentare una stagione da protagonista in Primavera 2 lo scorso anno che ti è valsa anche la presenza nell’almanacco. Ci dici quali sono stati i punti di forza del vostro Ascoli arrivato ad un passo dalla promozione?
“Per prima cosa è una grande soddisfazione essere sull'almanacco de La Giovane Italia. Vedere il mio nome accanto a quello di tanti talenti attualmente in Serie A fa veramente tantissimo piacere. La nostra forza è stata quella di avere un gruppo molto affiatato. Eravamo partiti con l’obiettivo di mantenere la categoria, ma ci siamo subito resi conto di poter fare un qualcosa di importante, avendo battuto alla prima giornata una corazzata come la Lazio (vincitrice poi del Girone B). Pur non essendoci le pressioni di un campionato come quello che sto affrontando attualmente, siamo cresciuti tanto avendo conteso fino alla fine il primato ai biancocelesti, che sono stati leggermente più continui, e giocando poi i playoff in cui non hai margine di errore. Nella finalissima con il Monza purtroppo i rigori non ci sono stati amici, ma per me e molti ex compagni ha rappresentato veramente una grande opportunità siccome ci siamo ritrovati quest’anno a giocare tra Serie C e Serie D”.
Insieme a te, di quella Primavera, fanno parte dell’almanacco anche Franzolini e Caucci. Come si è sviluppato il tuo rapporto con loro essendo tu “nel mezzo” tra i due (Franzolini è un 2003, Caucci del 2007)?
“Con Franzolini ho condiviso tanto nel 2020-21, stagione citata precedentemente in cui ero Under 16, ma sono sempre stato convocato come portiere di riserva in Primavera. Lui era un titolare inamovibile, ci confrontavamo spesso siccome io avevo la possibilità di vederlo dalla panchina. Ci siamo poi ritrovati lo scorso anno, legando ulteriormente sia a livello di gruppo che personale. Caucci credo sia uno dei prospetti più importanti della sua annata e probabilmente anche del settore giovanile bianconero. Lo scorso anno è stato bravissimo ad entrare in punta di piedi nello spogliatoio facendosi trovare pronto quando è stato chiamato in causa (era a sua volta 3 anni sotto età). Con Andrea tra l’altro ci conosciamo tempo: le nostre famiglie si sono spesso frequentate”.
Dopo un’annata di alto livello cosa ti ha spinto a scegliere la Serie D?
“Volevo fortemente un’esperienza in una prima squadra e mi è sembrata la soluzione migliore anche per poter giocare con continuità. Una volta comunicata questa mia decisione alla società, sono stato girato in prestito a L’Aquila, destinazione che ho scelto in accordo con il mio entourage e dove ho iniziato la stagione. Purtroppo non è stata un’esperienza in cui le cose hanno funzionato come avrei voluto, ma che al tempo stesso non butto via: mi ha permesso di maturare come uomo”.
Prima di passare all’attualità mi viene spontanea un’altra domanda avendo giocato in entrambi i contesti, ti è parso più competitivo il Girone F oppure il Girone H che stai affrontando?
“Risposta difficile. Da una parte con Campobasso, Sambenedettese e la stessa L’Aquila, insieme ad Avezzano e Roma City che si stanno consolidando, il livello si è alzato molto. Dall’altra posso affermare che ho avuto la conferma sul campo di come il Girone H sia affermato da tempo come quello in cui si gioca quasi un altro calcio. Ovunque vai ci sono sempre stadi pieni e si respira un’aria quasi di professionismo”.
Veniamo all’esperienza di Palma Campania, com’è nata l’idea di trasferirsi lì durante la sessione di mercato invernale? Vi ritrovavate di fronte ad un compito piuttosto arduo vista la situazione di classifica al tuo arrivo.
“Ho ricevuto la chiamata da parte del direttore Dionisio e di mister Grimaldi sentendo subito la grande fiducia che riponevano nei miei confronti. C’era nelle loro parole anche la consapevolezza e la convinzione di poter risalire. Oggi ci troviamo nella parte sinistra della classifica dopo aver iniziato il nostro cammino al giro di boa da penultimi e totalizzato 27 punti in 12 partite. Domenica potremmo già festeggiare la matematica certezza della salvezza, cosa impensabile tre mesi fa in cui eravamo al penultimo posto”.
Ci hai appena dato i numeri della vostra marcia impressione nel girone di ritorno. La svolta credi sia arrivata quando avete affrontato consecutivamente Fidelis Andria, Altamura e Casarano uscendo imbattuti da tutte e tre le sfide?
“A causa di una mia piccola defezione causa influenza col Gravina (prima giornata del girone di ritorno), ho debuttato in maglia rossonera proprio ad Andria nella prima partita che hai citato. Sicuramente quando affronti una dopo l'altra delle corazzate del genere e riesci a portare via 5 punti acquisisci una consapevolezza diversa. Abbiamo affrontato le avversarie di lì in poi consci di avere una squadra forte e con dei valori importanti, quindi si, ti direi che la svolta è arrivata lì. Per quanto fatto finora devo davvero ringraziare il mister ed i compagni che mi hanno consentito di ambientami velocemente, facendomi capire cosa significa giocare in questo girone”.
Come ultima cosa ti chiedo quali sono i tuoi obiettivi nel breve che hai messo nel mirino, sia dentro che fuori dal campo, dato che quest’anno farai anche gli esami di stato.
“Fin dai tempi dell’Ascoli frequento una scuola privata, purtroppo ho dovuto lasciare la statale. Adesso la faccio online da Palma Campania e sto studiando conseguire il diploma, che è un obiettivo importante da portare a termine. Sul campo voglio chiaramente concludere al meglio la stagione per poi staccare un po’ prima di riflettere sul da farsi. Guardando infine in prospettiva, devo sicuramente lavorare per rafforzare la parte superiore del tronco perché come riportato giustamente nella scheda dell’almanacco sono ancora un po’ troppo leggero. Lato studio mi piacerebbe continuare iscrivendomi all’ISEF, mi darebbe la possibilità di approfondire le tematiche del mondo dello sport in cui vorrei in ogni caso rimanere”.