Un sinistro a GIRAUDO può cambiare tante cose

Il racconto di Federico Giraudo, ex LGI, alla sua prima telecronaca come talent al torneo Alba dei Campioni.
06.09.2024 12:00 di  Stefano Rossoni   vedi letture
Fonte: Federico Girando
©️Instagram/federicogiraudo11
©️Instagram/federicogiraudo11

10 maggio 2024. Cremonese-Cittadella, ultima partita di campionato di serie B. Finisce una stagione intensa. Dentro la mia testa durante gli ultimi minuti ragiono sul fatto che potrebbe essere l’ultima mia partita con la maglia granata. Dispiace. Perché arrivavo da una piccola-grande delusione con colori simili e la piazza veneta mi aveva rigenerato. A proposito. Arriva l’estate e sai che è il momento per poter staccare la spina. Salvo poi a breve ragionare sul futuro immediato. Quindi, in sostanza, non stacchi mai veramente. E infatti, trascorro le vacanze col pensiero sempre rivolto all’inizio di nuove sfide che mi avrebbero atteso. Il condizionale diventa la quotidianità snervante. La chiamata non arriva. Ma ci sono già passato e non ne faccio un dramma. Da soli, a volte, si ha tempo per fare quel "viaggio" dentro se stessi che la fretta del calcio non sa mai regalarti. E io, in fondo, avendo anche una laurea, ci ho sempre buttato l’occhio al piano B.

Anche perché il telefono con quella chiamata non squilla. O forse sì, ma non convince. E decido, tra fine luglio e inizio agosto, grazie alla disponibilità del Fossano Calcio, di allenarmi con una squadra di Serie D. Per la prima volta evito la solitudine. E faccio una scelta quanto mai azzeccata. Perché mi apro ad una opportunità che per più di qualcuno sarebbe una bocciatura o peggio una sconfitta. Se non hai squadra, meglio “fare da soli” piuttosto che scendere di categoria… Cazzata. A carattere cubitali. CAZZATA. La riscrivo, cosi che magari, da classe 1998, qualche ragazzo che ci passerà inevitabilmente, si ricorderà di questo mio eccesso verbale in un pezzo autobiografico.

Motivazione che segue. Oltre ad allenarmi e aver conosciuto persone eccezionali, il ritiro mi re-insegna a gestire meglio le emozioni, riuscire in qualche modo anche a sfogarmi ma soprattutto NON pensare a ciò che NON si può realmente controllare in quei momenti. Ovvero sistemare le cose come si desidera o si immagina. Elaboro: “Hai un solo modo per indirizzare il tuo futuro. Lavorare duro, ringraziando chi ti ospita e accoglie. Rispettando te stesso e la tua fortuna di essere un atleta che da anni rincorre il sogno. Il bambino lascia il testimone all’uomo. È questo che sono, ora".

Passano i giorni però. La sveglia al mattino per andare a Fossano suona presto ma segnala anche lo scandire dei giorni che avvicinano la fine del calciomercato. Non lo nascondo. Diventano sempre più opprimenti lo sconforto e la preoccupazione per una situazione che sembra non volersi risolvere. La chiamata arriva alla fine. Ma ancora una volta non è quella di un club. Pur piacevolissima. Ma in fondo sempre “diversa” da quella agognata. “Ciao Fede, c’è un torneo Under fantastico, dalle tue parti. Tanti ragazzini che hanno fatto il tuo percorso. E che ora, ti va di raccontare?” La Giovane Italia, progetto che conosco da anni e che ora si è evoluto in un autentico media partner dei settori giovanili, “copre” ogni singola gara del torneo “Alba dei Campioni”, terza edizione di un progetto fortemente voluto e creato dalla Fondazione Vialli e Mauro.

Serve un “Talent” come direbbero quelli bravi. Ovvero una seconda voce che affianchi il racconto del telecronista LGI. Ci penso un attimo e ripenso anche al rispolverare la parte di studi accademici. In fondo, la mia tesi, non era sulla storia ed evoluzione del calcio in TV? Accolgo con entusiasmo la proposta. In fondo sempre di allenamento si tratta. Tenere il cervello acceso e su di giri. Mi calo nella parte di fruitore del percorso professionale che la testata offre ai profili candidati. Mi studio le lezioni di Zancan, dello "zio" Bergomi, di Samaden e Sbravati. Insomma, mi calo in una nuova realtà. Che mi intriga subito moltissimo.

Il giorno del match, in programma alle ore 18:30, prendo la macchina nel caldo torrido cuneese e faccio rotta verso Alba, per raccontare la mia prima gara. Un non banalissimo Milan-Juventus. Cerco di ripassare i concetti del corso e soprattutto provare a immaginare come mi sarebbe piaciuto essere raccontato “ai miei tempi”. Con rispetto nel racconto per la mia storia e i miei sacrifici, oltre che con dovizia di particolari sulle mie passioni o sui miei idoli.

Suona ancora il cellulare. Ma non rispondo. Lo faccio quando mi fermo nel parcheggio. “Pronto Federico, ciao. Vieni a Perugia, subito. Abbiamo deciso che sarai il nostro nuovo laterale difensivo a sinistra…” Eccola là. Entusiasta, accetto la proposta. Perché la aspettavo da settimane. NON prima però di aver posto la mia condizione. “Grazie dir, però arrivo dopodomani, perché ho un impegno preso per una … telecronaca…”. Spiego e trovo una figura che capisce e apprezza il senso dell’onore e dei valori. 

In postazione, conosco Matteo Vigliotti, giornalista del team LGI. Curiosamente, molto curiosamente, anche lui reduce da un colloquio decisamente “stimolante”. Ha appena conquistato un upgrade professionale. Ovvero, pur continuando a fare parte del gruppo telecronisti La Giovane Italia (c’è da raccontare ancora tanto calcio Under) andrà a rafforzare la squadra Amazon in chiave racconto Champions League… Ci vedo dentro un salto di categoria molto autobiografico e lego subito alla grande con lui. Mi godo quindi questi 80 minuti di esperienza fantastica, che mi riapre il libro dei ricordi e mi fa letteralmente planare in un mondo per me nuovo ma stimolante. Tanto che non lo nego, mi piacerebbe un giorno dedicarmici professionalmente se il calcio dovesse ancora concedermi pause…

Per ora non se ne parla, visto che firmo un biennale. Svolgo il primo allenamento con la squadra, di giovedi. Il giorno dopo si gioca già. In casa, contro la Spal, in un impianto storico, affascinante. Decido che il modo migliore per chiudere il cerchio e lasciarsi alle spalle un estate tormentata è con una netta vittoria e anche il mio primo assist stagionale. 

Serve un titolo da dare a questa storia che sembra uscita da un romanzo a lieto fine? Lo lascio a La Giovane Italia… Si dai, UN SINISTRO A GIRAUDO sul secondo palo può cambiare tante cose…Penso addirittura che lo faremo diventare una rubrica fissa.

Federico Giraudo per La Giovane Italia