Sinistro a Giraudo: uno zero a zero bugiardo
Lunedì 30 settembre ho vissuto una giornata intensa e gustosa da vivere. Sono tornato dopo quasi 3 anni a Pesaro, mia ex squadra e ultima mia tappa in Serie C prima di tornarci ora con il Perugia. Già dal viaggio in pullman della mattina visualizzavo quella che sarebbe poi stata la partita, gli incontri con vecchi amici e conoscenze legate a quell’ambiente e tutto ciò mi trasferiva un sorriso, non vedevo davvero l’ora di scendere in campo. Non capita tutte le domeniche di avere quelle sensazioni, ma questa partita aveva un sapore particolare. Rientrare in quello stadio, che per due anni è stato la mia casa, è stata una grande emozione.
A Pesaro ho vissuto momenti e attimi che mi hanno segnato come uomo e come giocatore. Il destino mi ha regalato un prezioso abbraccio con quel passato che sarà per sempre parte di me. Ma c'è una persona che cerco in modo particolare prima dell'inizio della partita. Su quella panchina siede il mister che per primo ha creduto in me, che mi ha dato l'opportunità di esordire in Serie B. Quella fiducia che ha cambiato tutto, che mi ha permesso di realizzare un sogno che avevo da bambino. Da Roberto Stellone ho imparato non solo come si gioca a calcio a certi livelli, ma anche come gestire la tensione di partite importanti e le aspettative di piazze blasonate come quella in cui sto giocando ora. Rivederlo prima e dopo la partita è stato come chiudere un cerchio che si era aperto nel gennaio del 2022, abbiamo scherzato e riso come quando era il mio allenatore, non è cambiato affatto.
Al termine di una partita intensa e combattuta sul piano agonistico con il risultato di 0-0, torno a casa con un mix di emozioni, tanti bei ricordi riassaporati ma anche tanta voglia di ritrovare una vittoria che possa dare slancio e nuova fiducia alla mia squadra, a partire da domenica in casa contro la Lucchese.