Sinistro a Giraudo: una questione di... Fede!

Torna l'appuntamento con la rubrica del nostro Federico, che oggi ci racconta un curioso aneddoto riguardante... un suo omonimo.
11.10.2024 16:30 di  Stefano Rossoni   vedi letture
Sinistro a Giraudo: una questione di... Fede!

Metà agosto circa. Sono a casa, ho appena terminato il lavoro fisico personalizzato in attesa di trovare un club (ero svincolato e quel telefono suonava troppo poco per le mie aspettative). Ed eccoci. La chiamata è però di Federico Ricci, amico ed ex compagno ai tempi della Reggina, che milita ora al Perugia. Piazza calda per piazza calda.  

Era da un po’ di tempo che non lo sentivo. Dopo i convenevoli, si va sull’argomento calcio. “Come va lì in Umbria?" chiedo. Mi colpisce subito la sua grande energia ed entusiasmo nel raccontarmi delle prime uscite stagionali e nel trasmettermi cosa si prova a giocare di fronte a una curva calda e appassionata come quella del Curi. Penso tra me e me: "Non sarebbe male". Intanto, cominciamo a rimetterci in pista va. Poi se dovesse essere lì, tanto meglio. 

Sarà stata anche indubbiamente una questione di... Fede. Ma dopo poche settimane mi ritrovo proprio lì. Nuovamente compagni. Con il poter assaporare l’emozione di giocare e soprattutto vincere in questo stadio. Da avversario, al ‘Curi’, ho sempre invidiato ai giocatori del Perugia il vanto di essere in campo costantemente in un pezzo di storia del calcio di casa nostra. Per me spesso lo sport è una questione di emozioni. Raramente però mi è capitato in carriera di essere travolto da una carica come quella che ci ha dato questa tifoseria. Sin dal momento in cui siamo entrati in campo, abbiamo sentito il peso positivo delle aspettative, ma anche una spinta che ci ha portato a dare il massimo, dal giocatore più esperto a quello appena uscito dalla Primavera. Così dopo ogni gol sentivi dentro un dovere, per ognuno di noi, nell’andare a ringraziare chi non hanno mai smesso di farci sentire il loro supporto.

Flash-back. Il mio “Toro” era così. In campo volavi per la gente che era lì per te. C’è una connessione speciale che si crea tra pubblico e squadra, vissuta sia da spettatore-bambino allo stadio. Ma anche poi in Primavera quando quel bambino era diventato giocatore ed era pronto a prendersi le stesse incavolature. Domenica scorsa ho riprovato quelle sensazioni, quel trasporto che solo un grande pubblico amante onesto di questa meravigliosa avventura può regalarti. Non credo di sbagliarmi nel reputare che i tre punti con la Lucchese abbiano un sapore diverso. Sai quando sono acqua per chi è “assetato di punti”. Oppure benzina per quello slancio che ci serve per vivere un campionato da protagonisti, in campo e fuori. E con un pubblico del genere abbiamo il dovere di esserlo.

In fondo è sempre anche qui una questione di Fede. Giraudo o Ricci.