Sinistro a Giraudo: il "mio Buongiorno" si vede dal mattino
Quando l'ho visto partire quel calcio d'angolo di Neres, sul finire della gara contro il Cagliari, sapevo che la testa di Alessandro ci poteva stare. Un sinistro a Giraudo cosi invitante... Poi, se si parla di testa e del centrale vivaio granata (come me), beh posso garantire che "là dentro, c'è tanta roba...".
Ma Buongiorno, il "mio Buongiorno", è molto più di tutto questo. Ricordo i suoi primi allenamenti da sottoleva con il nostro gruppo, quello dei ‘98, a partire dai Giovanissimi Nazionali di Andrea Menghini, per poi diventare sempre più parte integrante del gruppo due anni dopo nell’annata Allievi Nazionali (Attuale under 17) ed esplodere in seguito nella Primavera di Federico Coppitelli. Da subito Ale mostrava grande rispetto verso noi più grandi, cosa che non è scontata nel calcio di oggi e che rispecchia l’umiltà e l’intelligenza di cui parlavo prima. Un ragazzo che fuori dal campo entrava in punta di piedi ma che in campo si trasformava avendo dentro di sé un’innata leadership e personalità, doti innate per le quali tutti lo ascoltavamo e seguivamo i suoi suggerimenti, benché più grandi.
Io e lui condividevamo un rito particolare. Era nostra usanza pre partita durante i viaggi in pullman e le trasferte in hotel che dovessimo completare la settimana enigmistica a tutti i costi. Ricordo il giorno prima di Sampdoria-Torino, ultima partita play-off prima di entrare nelle final eight, io e lui concentrati a scervellarci per trovare più parole possibili (ammetto che se ci mancava qualche parolina la cercavamo nelle soluzioni pur di finire l’opera). Ale è proprio questo, un ragazzo semplice con una famiglia fantastica e genuina alle spalle che ho avuto modo di conoscere negli anni. Il successo che ora tutti vediamo è solo la punta dell’iceberg di un percorso iniziato tanti anni fa…