Rosso profondo: espulsioni che valgono da lezione
A seguito delle sconfitte contro Fiorentina (0-1) e Roma (2-0), la Juve Stabia di mister Criscuoli affrontava il Bari in un match decisamente più alla portata rispetto ai precedenti.
Dopo un primo tempo giocato alla pari, con la Juve Stabia pericolosa con Afiero (destro di poco a lato) ed il Bari con Picciotti (pallonetto che ha trovato attento Cappa), nel secondo tempo la partita ha preso una piega negativa per le Vespette sin da subito. Dopo venti secondi di gioco, infatti, una mancanza di comunicazione tra il capitano Picardi e l'estremo difensore Cappa ha portato al peggior scenario: colpo di testa del difensore e tocco di mani fuori area del portiere, che si è visto scavalcare e prendere controtempo. Il direttore di gara ha giustamente estratto il cartellino rosso, e la Juve Stabia ha giocato tutto il secondo tempo in dieci uomini, subendo due reti dal Bari in tre minuti.
C'è una scena che non può passare inosservata: Cappa che osserva i suoi compagni da fuori, con le mani attaccate alla grata e un misto di sensazioni malinconiche che albergano dentro il suo animo. I sensi di colpa per aver lasciato i suoi in dieci, la rabbia per una situazione che poteva essere gestita meglio. Eppure, queste scene sono quelle che aiutano a crescere. Esperienze che forgiano caratteri di ragazzi che devono sbagliare per poter migliorare. "La vittoria rilassa, le sconfitte insegnano" diceva Marcelo Bielsa. Fare tesoro degli errori, per ripartire.
Nonostante lo svantaggio, mister Criscuoli invitava i suoi a "decidere", a giocare da dietro, senza paura e senza la frenesia di dover rinviare lungo verso terre ignote.
La Juve Stabia ha perso la terza partita consecutiva e ha rimandato l'appuntamento con il goal, ma questo rosso può valere tanto ai gialloblu.