Lo splendido cammino della Juve verso la finale del torneo Caroli Hotels
Dall’8 al 13 febbraio sul tacco d’Italia si è svolto il torneo Caroli Hotels, una delle competizioni giovanili più rinomate in Italia, ideata dal signor Attilio Caroli Caputo, in concomitanza col Carnevale. 40 squadre coinvolte, 91 partite disputate, 19 comuni coinvolti e 6 nazioni rappresentate.
Un torneo che ha visto trionfare e alzare il trofeo solo ad una delle quaranta squadre presenti: la Juventus allenata da Andrea De Martini.
Il loro cammino inizia la mattina del 9 febbraio ad Otranto, al campo comunale “Nachira”. L’avversario è la scuola calcio Monteruscello, piccola realtà campana, che pur essendo composta da un ottimo organico non riesce a scalfire i bianconeri, perdendo la partita 3-0 con le reti di Rolando, Samà e Scaglia. Risultato molto simile quello del pomeriggio stesso al centro comunale Collepasso (4-0 coi gol di Rolando, Salvai, Balbo e Cotrone) contro l’A.S.D. Giovani Cyros, società creata nella stagione sportiva 2012/13 dalla fusione di due affermate realtà sul territorio di Taranto quali l’A.S.D. Cyros Taslano e l’A.S.D. Giovani Leporano, con l’intento di formare al meglio i giovani ragazzi dai 5 ai 16 anni.
Il secondo giorno vede la fine del girone L con uno scontro diretto tra le due ancora imbattute: Juventus e Cagliari, nella piccola città di Copertino. Il campo è il “Guido Vantaggiato”, terreno non dei più belli e curati, un misto tra terriccio e ciuffi d’erba che ostacola soprattutto i calciatori più tecnici e il bel gioco. 10:25 è l’orario di inizio della partita, poco prima del fischio d’inizio si è conclusa l’ultima gara del girone G tra il Benfica, una delle favorite per la vittoria del torneo, e il Piacenza, che non riescono a trovare la rete nei 50 minuti di partita. Il tabellino rimane invariato anche nella partita seguente: qualche sprazzo di Salvai, un paio di tiri nello specchio, ma nulla di concreto. Mister De Martini dopo la partita sottolinea la difficoltà di gioco in un terreno difficile, non aiutato dalle condizioni climatiche, soprattutto per dei ragazzi così giovani, apprezzando però l’unione del gruppo che ha permesso di non subire gol nelle tre partite precedenti alla fase a eliminazione diretta. Il girone si chiude con la prima posizione occupata dal Cagliari, sette punti come i bianconeri, ma con una differenza reti superiore: 11 gol fatti e 0 subiti a discapito dei secondi arrivati che ne vantano ben sette, infine Monteruscello terzo a 3 punti che vince lo scontro diretto con gli ultimi classificati dei Giovani Cyros.
Ora turno della fase a eliminazione diretta, uno dei sedicesimi di finale vede il Rimini, dopo due vittorie e una sconfitta (2-1) contro il Milan, affrontare i torinesi al centro “Europa Sport” a Nardò, comune italiano di 30.000 abitanti in provincia di Lecce. La Juventus stupisce e si diverte, sono due le doppiette messe a segno: Salvai e Scarnato si ripetono, Rolando e Madeddu chiudono la gara.
Il primo dei due match internazionali incontrati durante il cammino verso la finale si svolge al centro comunale Collpeasso contro i tedeschi del Bayer Leverkusen. Partita molto più leggera del previsto, ci pensano i soliti Scarnato e Salvai a gonfiare la rete le prime due volte e Cento a chiudere i conti. Da sottolineare che sono altri 50 giri di lancette senza subire un solo gol.
La domenica dell’11 febbraio è l’Italia che vince e si riconferma sulle rappresentanti delle altre nazioni, alle ore 15:45 all’Heffort Sport Village di Parabita, va in scena Benfica-Juventus. Una finale anticipata che durante la stagione 2023/24 si è svolta ben tre volte, due in Francia e una in Portogallo, sempre con lo stesso esito finale: Italia 3 Portogallo 0. La tensione è alle stelle, i 22 giocatori in campo si studiano per 27 minuti, fino a quando sugli sviluppi di un calcio di punizione, battuto dall’appena entrato Samà, incorna il capitano Alessandro Ghiotto, che dopo una partita al limite della perfezione regala il passaggio al turno successivo alla Juventus.
Il giorno seguente è a Gallipoli che la miglior difesa del torneo scontra il Bologna di mister Cristi, allo stadio Antonio Bianco. Il panorama è suggestivo, il Mar Ionio sullo sfondo fa da contorno, ma il vero spettacolo è dato dai due tempi da 25 minuti disputati dai 18 ragazzi in maglia bianconera. Salvai apre le danze con una magia da punizione conclusa nell’angolo sinistro della porta, successivamente Castagneri conquista negli ultimi minuti di gioco un rigore, che finalizza perfettamente spiazzando l’estremo difensore.
L’ultimo passo verso la vetta si compie allo stadio “Giuseppe Capozza” a Casarano, comune situato nel Salento sud-occidentale, la quale squadra calcistica milita in Serie D. Lo stadio è pieno di tifosi, migliaia di spettatori, tutti i giocatori e i componenti delle squadre del torneo sono presenti sugli spalti a godersi l’ultima delle 91 partite disputate in questa competizione, tra Juventus e Milan. Dopo soli 60 secondi il fulmine rossonero Kateete segna il primo goal insaccando per la prima volta in tutta la competizione il pallone alle spalle del portiere fino a qui imbattuto. L’aria di finale si fa sentire, le due squadre non riescono ad esprimersi al meglio, la partita è molto frenetica, il possesso passa molto velocemente da una parte all’altra, la prima frazione di gara sta per concludersi quando all’ultima occasione prima del duplice fischio, dopo un cross da calcio d’angolo la difesa rossonera si addormenta, Balbo appoggia il pallone in rete ed è 1-1.
Le giovani promesse rientrano in campo, la gara è accesa, le occasioni non sono tante e la sfera non entra in rete fino allo scadere dei 50 minuti, piccolo break nelle panchine e come da regolamento si passa ai tempi supplementari. Il direttore di gara dà inizio al primo tempo e dopo soli tre minuti il solito Salvai protegge la sfera, la appoggia al mediano e regista della squadra Alessandro Mosso, che si ritrovava al limite dell’area di rigore, dove sfrutta al migliore dei modi l’assist del numero 10 con un goal da numero 10. I rossoneri provano più volte a rendersi pericolosi durante il resto della partita, ma senza mai riuscirci concretamente, l’arbitro fischia tre volte e l’ultima cosa da fare è alzare la coppa.