L’ex LGI si racconta: parola a Valerio Labriola

29.11.2021 08:45 di  Andrea Manderioli   vedi letture
L’ex LGI si racconta: parola a Valerio Labriola

Nuovo appuntamento con la rubrica “Ex LGI”: dopo avervi raccontato la storia e i trascorsi del terzino della Pergolettese Luca Villa, spostiamo il nostro focus su un centrocampista moderno e affidabile come Valerio Labriola, classe 2001 nato ad Ercolano (NA), che oggi disegna le geometrie e costruisce trame di gioco in quel di Taranto.

IL PROFILO TECNICO-TATTICO

“Per caratteristiche mi ritengo un centrocampista offensivo, anche se nel corso degli anni ho vissuto un’evoluzione che mi ha visto sperimentare differenti modi di interpretare la posizione, pur rimanendo la zona centrale del campo il mio principale raggio d’azione: sono stato spostato più indietro, in veste mediano o play di centrocampo. Per forza di cose, ho dovuto sviluppare di più le caratteristiche difensive, rispetto a quelle offensive, che facevano già parte del mio bagaglio tecnico-tattico. I miei punti di forza sono la gestione della palla, la precisione nel passaggio e la velocità di pensiero”.  A dirla tutta, tra le sue abilità vi è anche una certa dimestichezza nella gestione delle palle inattive, in particolare quella dei calci di punizione, che lo hanno visto spesso protagonista di autentiche prodezze. Ecco a chi si ispira: “Al momento, un calciatore che mi intriga particolarmente è senza dubbio Nicolò Barella. Per quelle che sono le mie caratteristiche, volendo far un paragone con un profilo del passato, mi rivedo in Wesley Sneijder”.

IL PERIODO DELLE GIOVANILI

Il percorso calcistico di Valerio inizia nella scuola calcio del padre, l’Atletico Soccer Ercolano, club dilettantistico del suo paese natale, per poi svilupparsi all’interno del settore giovanile del Napoli, nel quale ha fatto tutta la trafila fino alla Primavera. “All’età di 10 anni sono passato al Napoli. Da lì ho iniziato un cammino che mi ha visto crescere come uomo e come calciatore fino ad arrivare a raggiungere il traguardo della convocazione in prima squadra, anche in partite abbastanza importanti. Già nel periodo dell’Under 15 fui chiamato in Nazionale. Da quel momento nel Napoli feci tutta la trafila da sottoetà e da capitano con il 10 sulle spalle, una bella responsabilità, oltre che un onore. Fortunatamente le cose andavano bene, in tutte le stagioni sono riuscito a segnare tanto e ad andare in doppia cifra”. Tra le tante persone importanti per la sua crescita ce n’è stata una in particolare che gli ha lasciato qualcosa di importante: “Del periodo dell’Under 15 ho un bellissimo ricordo di mister Mimmo Panico e di tutto il suo staff: mi ha segnato molto perché mi ha fatto fare uno step in più dal punto di vista della mentalità”. Le qualità del giocatore sono parse evidenti fin dalla giovane età, ma la tenacia e la voglia di mordere il campo sono aspetti che sono sbocciati a pieno nei momenti più bui, soprattutto quando la sfortuna volle, prima dell’inizio del primo ritiro con la Primavera azzurra, che subisse il primo grave infortunio della carriera, una rottura del legamento crociato, che lo allontanò dai campi per diversi mesi: “Ho passato sei mesi tra dottori e sale mediche ma fortunatamente ho avuto la forza mentale di resistere e superare anche questo ostacolo”.

L’ALBA DELLA CARRIERA

Lo scorso anno l’esordio tra i professionisti: “Il mio passaggio alla Fermana è forse stato un passo troppo affrettato, infatti non è durato a lungo”. La parentesi in terra marchigiana si è infatti interrotta dopo pochi mesi e lo ha visto totalizzare solamente due presenze nel campionato di Lega Pro: “Sono tornato in Primavera 2 a Napoli, dove ho terminato il mio percorso a livello giovanile, per poi sposare il progetto Taranto, dove per fortuna mi sto trovando davvero bene”. Oggi Labriola è il perno fondamentale e il cervello del centrocampo del Taranto: “Le sensazioni sono ottime. Siamo un gruppo abbastanza giovane e siamo guidati da un mister che ci sa fare un situazioni del genere. Qui l’ambiente è bello, il tifo è caldo e ti sostiene sempre, sia in campo che fuori. I miei obiettivi per quest’anno sono sicuramente quelli di giocare il più possibile e sfornare quanti più gol e assist possibile”. Ad oggi il calcio rappresenta tutto per lui che è ancora all’inizio della propria carriera da professionista: “Non ho altri pensieri, voglio concentrare tutte le mie energie per provare a costruire qualcosa di importante. Al futuro penserò più avanti”. Ai giovanissimi che si affacciano al difficile e affollato mondo del calcio, il messaggio che Labriola si sente di lanciare è il seguente: “Perseverate, non mollate di un centimetro e puntate dritti verso i vostri obiettivi. Lavorate tanto su voi stessi sia mentalmente che fisicamente”.