L’ex LGI si racconta: parola a Marco Spina

01.11.2021 08:45 di  Andrea Manderioli   vedi letture
L’ex LGI si racconta: parola a Marco Spina

Riprende il nostro viaggio alla scoperta dei calciatori passati, negli anni, all’interno del nostro almanacco, spaziando tra i più disparati ambiti, compreso quello dei valori umani. Dopo aver dato voce a una prima punta come Edoardo Oneto, quest’oggi, sotto la lente d’ingrandimento c’è la storia di Marco Spina, giocatore offensivo che veste la maglia della Vibonese, club militante nel girone C di Lega Pro.

GIOVANILI: DALLA REGGINA ALLA SPAL
Marco Spina nasce il 25 gennaio del 2000 a Mileto, paese di 6700 anime della provincia di Vibo Valentia e muove i primi passi col pallone nella vicina Reggio Calabria: “Ho iniziato all’età di 9 anni alla Reggina, e vi ho trascorso sei anni, arrivando fino ai Giovanissimi Nazionali, dove mi sono laureato capocannoniere del girone”. Nel 2016 il trasferimento in terra ligure, precisamente alla Virtus Entella, prima di concludere il suo percorso nel calcio giovanile con la maglia della Spal. Periodo, quest’ultimo, che per Marco è stato il più formativo in assoluto: “A Ferrara con la Primavera ho vissuto la mia miglior stagione secondo me. Ho avuto anche il piacere di essere aggregato alla prima squadra in Serie A. In quel periodo fui anche inserito tra i profili de La Giovane Italia e mi fece molto piacere”. Nell’esperienza ferrarese di Marco, tra le figure portatrici di supporto e utili consigli, che lo hanno aiutato a diventare il calciatore che è oggi, uniti e avvalorati da una buona dose di carisma, ci sono Sergio Floccari e Simone Missiroli: “Di queste esperienze mi porto dentro tutto perché mi hanno aiutato a crescere. Ma la cosa più bella ed emozionante è stata poter sedere in panchina nella massima serie e allenarmi con giocatori che mi hanno insegnato tanto ed aiutato molto a migliorare l’aspetto mentale del calcio. In questo la figura più importante nel mio percorso di crescita è stato Sergio Floccari”.

VELOCITA’ E TECNICA PER COLMARE LA SCARSA FISICITA’
Passiamo ora alle caratteristiche tecnico-tattiche: “Sono un giocatore brevilineo, rapido, e che ama l’uno contro uno. Il mio piede forte è il sinistro e sono dotato anche di un buon primo controllo. Mi reputo un giocatore offensivo anche per quella che è la mia struttura fisica: i ruoli in cui mi esprimo meglio sono seconda punta ed esterno destro d’attacco. Nel corso della carriera e anche a livello giovanile ho ricoperto altri ruoli come quello di esterno di centrocampo (sia destro che sinistro) o mezzala; comunque sempre ruoli offensivi. Un giocatore al quale mi ispiro è il Papu Gómez, ma mi rivedo anche in Lorenzo Insigne per la struttura, entrambi giocatori rapidi e tecnici”. Dopo le giovanili, il salto nel calcio dei “grandi”, completamente diverso, più fisico e più tattico, e sempre pieno di ostacoli: “Soprattutto nel nostro girone di Serie C la fisicità fa da padrone. Ho imparato col tempo a gestire il corpo, non avendo grande stazza, ma anche a saper prendere falli, far ammonire i difensori avversari, e a usare la velocità per colmare quel tanto che fisicamente mi manca. Cosa che nel settore giovanile non accusavo più di tanto”.

LA CARRIERA IN LEGA PRO
La sua prima esperienza tra i professionisti nella stagione 2019/20 con il Gozzano, poi il passaggio alla Vibonese, con la quale attualmente è al secondo anno. In questo avvio di stagione ha totalizzato una decina di presenze ed un gol: “Con i compagni e lo staff mi sto trovando bene, abbiamo un bel gruppo. Ora le cose non stanno girando tutte per il verso giusto ma sono convinto che andranno meglio in futuro, perché noi stiamo dando tutto per venirne fuori. Gli obbiettivi sono la salvezza in primis e, a livello personale, fare meglio possibile. Non mi dispiacerebbe segnare anche qualche gol in più, anche in funzione dell’anno prossimo, per fare un eventuale salto”.

“FUTURO? CI PENSERO’: ORA TESTA ALLA CARRIERA E ALLA SUOLA CALCIO DI FAMIGLIA”
Spina è ancora relativamente giovane, ma non possiamo esimerci dall’indagare su eventuali progetti per un futuro post calcio giocato: “Ancora non ci penso sinceramente, perché so di poter dare ancora tanto da calciatore e per ora mi concentro su questo”. Il padre di Marco ha scritto la storia calcistica nel territorio di Mileto, con la gestione di una scuola calcio a livello familiare, tanto che egli stesso si sente molto vicino ai giovanissimi che approcciano al calcio sognando di diventare i campioni del futuro: “Quello che posso dire ai ragazzi più giovani è di non montarsi mai la testa perché è un mondo, quello del calcio, difficile e insidioso. Basta poco per rimanere a casa e non trovare più squadra. Quindi il mio consiglio è quello di lavorare bene, con voglia tutti i giorni. L’obiettivo dev’essere quello di migliorare i propri limiti coltivando i valori umani e sportivi che si hanno”.