Il Venezia torna a sorridere dopo un periodo buio: la luce è Marco Ladisa
270 minuti. Questo il tempo, che suona come una sentenza di crisi, senza assaporare l'ebrezza di un punto conquistato. Ecco cosa c'era in palio al centro sportivo Mario Rigamonti di Buffalora tra Feralpisalò e Venezia: uno scorcio, un abbaino, uno spiraglio dove intravedere nuovamente la luce dopo tre sconfitte consecutive sia a carico dei gardesani che dei lagunari. E chi, meglio di Marco Ladisa, poteva accendere l'interruttore? La fortissima matrice catalana inculcata e radicata nel settore giovanile arancioneroverde impone una circolazione di palla, seppur ben assortita, continuativa, snervante e a tratti molto rischiosa. I ragazzi di Fernandez sono riusciti ad avere così la meglio sui Leoni del Garda: non rinunciando al proprio credo nonostante il periodo delicatissimo che avrebbe affossato le certezze di chiunque.
A deciderla un lampo di abbacinante bellezza fatto recapitare in rete da un grande piede destro, quello di Ladisa; post scriptum, lui sarebbe mancino. Nella rosa dei Leoni Alati non esiste elemento più rappresentativo per il modo in cui Venezia, intesa sia come città che club, si trovi radicata profondamente nelle radici di un ragazzo. Marco vive per i colori della sua città e fin da piccolissimo ha potuto mettersi in mostra con la maglia lagunare già dall'Under 13. La sua importanza, che ancora deve essere tastata da Di Francesco al quale auguriamo di dare una possibilità al classe 2006 tra i grandi, è stata sancita nero su bianco il 12 luglio con il primo contratto da professionista fino al 30 giugno 2026.
Ma Ladisa non è solo gol da mani in testa; il meglio della sua performance, infatti, lo regala in situazione di controllo e gestione. La mobilità serpentina col la quale più volte fa entrare in crisi i portatori palla avversari, il sapiente e costruito uso di entrambi i piedi con egual qualità, la visione di gioco, i lanci e le aperture di 40 metri a cambiare lato: il tutto si tramuta in 90 minuti di spettacolo e applausi. Con un giocatore così, il Venezia (e non solo Primavera) deve per forza ripartire!