Figli (e nipoti) d’arte: Milan, la dinastia Maldini

29.05.2020 12:31 di  Lorenzo Canicchio   vedi letture

Quante volte, seduti in tribuna, vedendo qualche giovane calciatore in azione ne siamo rimasti stregati. E quante volte poi, al sapere di chi fosse figlio, abbiamo esclamato: “Aaah, ecco, ora si spiega tutto”. Anche se nel calcio il dna non è sempre sinonimo di bravura e qualità, a volte il fattore genetico conta eccome. Nella recente puntata della nostra rubrica dedicata ai figli d’arte vi abbiamo parlato di Lorenzo Chiesa, talento dell’Under 16 della Fiorentina che cresce sulle orme del fratello Federico e di papà Enrico (Clicca qui per leggere l'approfondimento completo). Risaliamo sul nostro treno speciale, la prossima fermata è Milano, sponda rossonera.
Da anni, infatti, nelle giovanili del Milan spicca il nome di uno dei tanti talenti del vivaio, un nome che fa sognare i tifosi del diavolo. Perché se il tuo cuore è tinto di rossonero, leggere ‘Maldini’ sul retro di una maglia ti provoca inevitabilmente un brivido lungo la schiena. Cesare è stata una delle più grandi bandiere del calcio italiano, un’icona che ha difeso i colori del Milan per dodici lunghi anni collezionando la bellezza di 347 presenze in Serie A. Suo figlio, Paolo, la maglia rossonera se l’è cucita addosso come una seconda pelle, tanto che nella sua carriera non ha giocato per nessun’altra squadra. Sono state 902 le presenze in assoluto, sette Scudetti, cinque Supercoppe Italiane, una Coppa Italia, cinque Coppe dei Campioni, cinque Supercoppe Uefa, due Coppe Intercontinentali ed un Mondiale per Club. Numeri indescrivibili, che fanno emozionare solo a scriverli. Ma si sa, il tempo scorre inesorabile e anche le più belle favole poi finiscono.
C’è solo un modo per combattere il tempo, tramandare la propria classe di generazione in generazione, e a quanto pare ai Maldini questo riesce bene. Raggiungere papà e nonno sarà alquanto complicato, ma Daniel la sua strada la sta trovando, sgomitando tra invidie e pregiudizi. Classe 2001, il trequartista rossonero è cresciuto negli anni a vista d’occhio, scrollandosi pian piano il peso del cognome. Il percorso da compiere è ancora lungo, ma Daniel promette bene e non vuole smettere di correre e sognare. Sembra aver raggiunto finalmente quella fisicità necessaria per affermarsi a certi livelli, mentre le qualità tecniche ci sono sempre state. In questa stagione ha trascinato la Primavera del Milan realizzando sette reti e quattro assist, numeri che hanno contribuito a riportare il diavolo nella massima serie. Il 2 febbraio è arrivato anche l’esordio in Serie A, durante il secondo tempo del match tra i rossoneri e l’Hellas Verona, alla Scala del Calcio. Quel tempio in cui Cesare e Paolo hanno fatto sognare milioni di tifosi e chissà che a breve non inizi anche Daniel.