Scambi stretti, ampiezza e... Mezzanotte: così il Como riparte
Sembrava un film già scritto e soprattutto visionato innumerevoli volte dal Como di Christian Boscolo quello che stava per andare in scena al centro sportivo Snef Lambrone di Erba. Per l'ennesima volta i lariani, in vantaggio a pochi minuti dalla fine, hanno sentito il brivido di un pareggio che sarebbe stato beffardo e immeritato, ma la comoda presa di Marcoci prima del triplice fischio ha avuto gli effetti benefici di un cucchiaio di miele, propedeutico per schiarirsi la gola e lasciarsi andare in un grido collettivo di liberazione.
Per scardinare l'organizzata difesa del Sudtirol sono serviti 48 minuti; il destro abbacinante di Riccardo Cassano è solo la punta di un iceberg costruito cubetto dopo cubetto per tutto il primo tempo, intriso di palle gol, scambi rapidi e quasi totale rinuncia alla verticalità per consentire a Tigano e Mezzanotte di entrare dentro il campo. Il 10 prima regala perle di rara bellezza come serpentine, cambi ritmo e giocate sullo stretto, poi sfiora la prodezza nell'unico tentativo di esplorare la profondità con un lancio dalle retrovie dei 40 minuti iniziali.
Nonostante non sia entrato nel tabellino dei marcatori, è proprio il terzino in maglia numero 2 il fattore chiave del match. Christian Boscolo, preparando la partita in maniera eccellente, si è reso conto dello spazio che la squadra trentina lascia spesso al limite dell'area quando si crea densità e si operano fraseggi veloci. Questa è la chiave spartiacque che permette a Mezzanotte di presentarsi alla partita come l'uomo più pericoloso del primo tempo, facendo registrare tre conclusioni verso la porta difesa da Gurschler e dominando letteralmente la fascia nella ripresa denotando una resistenza di tutto rispetto.
Al di là della perfetta punizione di Annan, l'unico pericolo corso dal Como è stato in ripartenza, coadiuvato dal prezioso aiuto del palo che nega il pareggio a Galante. I due fattori decisivi rappresentano il perfetto rapporto antitetico tra qualcosa di provato e riprovato e una prerogativa necessaria usata solo all'occorrenza: scambi corti al limite per liberare il destro di Cassano e lancio dalle retrovie volto a sfruttare la fisicità di Tonin. Due misure per tre punti sofferti, ma meritatissimi.