L’intesa vincente (e convincente) del tridente d’attacco della Lazio

Estro sull’out di destra, concretezza su quello di sinistra e potenza al centro. Si può sintetizzare così quanto evidenziato sul campo dagli attaccanti della Lazio di Gianluca Procopio. I biancocelesti hanno superato per 3-1 il Lecce con il contributo dell’attacco in ciascuna delle reti. Dal piede di Nicholas Callarà sono partiti tutti e tre i gol, Fabio Polinari ne ha segnati due ed ha servito l’assist al compagno di reparto Vincenzo Zangari, distintosi invece per una partita tutta sostanza.
Callarà è stato senza dubbio l’ispiratore della manovra offensiva della Lazio, giocando una gara da vero numero dieci. Dal suo mancino è prima partita la pennellata morbida per la testa di Polinari con cui si è sbloccato il risultato e successivamente i suggerimenti con cui ha innescato i compagni per gli assist a secondo e terzo gol. In occasione dell’1-2, ha verticalizzato per l’attacco alla profondità di Polinari, il cui cross basso ha premiato l’inserimento a centro area di Zangari, mentre per il terzo gol ha appoggiato il pallone coi tempi giusti sulla sovrapposizione sulla destra di Buonafede. La sua prerogativa è stata principalmente quella di alzare la testa, ma non ha comunque rinunciato a cercare l’iniziativa personale: solo un grande intervento di Penev gli ha negato il gol che avrebbe consentito alla sua Lazio di arrotondare ulteriormente il punteggio. Da sottolineare infine la sua capacità di sfuggire alla marcatura avversaria al momento di ricevere il pallone sui piedi.
La completezza di Fabio Polinari non è assolutamente una novità. Ogni domenica tuttavia, a qualsiasi livello, occorre rispondere sempre presente ed il centravanti della Lazio non ha mancato l’appuntamento con la prestazione prima che con la porta avversaria in un’occasione che metteva in palio punti pesanti in ottica qualificazione playoff. Con grande decisione nelle giocate ed una fisicità di livello superiore ha stravinto la battaglia in area di rigore con i centrali del Lecce senza far mai mancare il proprio apporto alla squadra negli alleggerimenti, quando c’era da arretrare per andare a prendere il pallone sulla trequarti per far salire la squadra.
Anche Vincenzo Zangari, infine, non è una sorpresa per un attacco che con l’aggiunta lo scorso anno di Callarà ha aggiunto quella fantasia che probabilmente mancava per poter competere con le corazzate Roma ed Empoli. L’acume tattico e le letture di Zangari sulla fascia sinistra, tanto in fase offensiva quanto in quella di non possesso si completano ottimamente con i numeri del compagno di reparto che agisce sull’altro lato del campo. Il numero undici, al suo terzo campionato nazionale consecutivo in maglia biancoceleste, conosce praticamente tutte le sfaccettature ed i compiti del suo ruolo nello scacchiere di una Lazio che gioca costantemente 4-3-3 col gruppo 2008, fin dal primo anno in Under 15, nonostante i tecnici con cui si è lavorato siano sempre stati diversi nel corso degli anni. Il denominatore comune è stato quello di non rinunciare ad un tridente che ha tutte le potenzialità per regalare gol, divertimento e soddisfazioni.