Carta d'identità da ragazzino, prestazioni da veterano: a Firenze ora domina Comuzzo
"Sapete che non mi piace parlare di singoli, ma stasera ho capito che è davvero un grande difensore. È il più giovane della squadra e ha vinto ogni duello con Dovbyk, giocando da veterano. Continua a crescere, dal primo giorno ho capito che poteva fare la Serie A e fare tanto, quindi l'ho schierato. Lui poi non si emoziona, è molto freddo, sembra quasi un 'vecchio'. Mi fa piacere che lo elogino, continui a lavorare che può crescere tanto". Queste sono state le parole di Palladino al termine di Fiorentina-Roma di ieri sera. Una dichiarazione che sottolinea il ruolo sempre più centrale di Pietro Comuzzo in questa Fiorentina, che punta a competere su più fronti con una difesa solida e strutturata. Il cambio di allenatore ha giovato notevolmente alla carriera del giovane centrale della Viola, che ha saputo imporsi grazie alla fiducia accordatagli da Palladino.
La stagione 2024/25 sta rappresentando la consacrazione ai più alti livelli per Pietro. In poco tempo, è passato da essere considerato semplicemente un giovane emergente a punto fermo della difesa viola, merito sicuramente della fiducia concessagli dal nuovo allenatore. Il difensore classe '05 ha già collezionato 8 presenze da titolare in Serie A, per un totale di 680 minuti giocati, a cui si aggiungono due presenze in Conference League. Questo segna un notevole passo avanti rispetto alla stagione passata, quando Vincenzo Italiano lo aveva impiegato con parsimonia, per un totale di soli 39 minuti in campionato e qualche sporadica apparizione in Conference League e Coppa Italia.
Quella di ieri sera contro la Roma è stata probabilmente la sua miglior prestazione da quando gioca in prima squadra, complice il risultato (5-1) ma anche il livello del suo diretto avversario (Dovbyk non è certamente un attaccante qualsiasi). Comuzzo ha mostrato una maturità che va ben oltre la sua età, contenendo l'ex capocannoniere della Liga con una tranquillità unica. Tutte le pagelle post-partita hanno recitato la stessa versione: "Carta d’identità da ragazzino, attenzione da veterano" sottolineando tutti salvataggi e le respinte che hanno caratterizzato la sua prestazione.
Con un’impressionante statistica di 0 dribbling subiti, 5 blocchi, 2 intercetti, 3 contrasti vinti e un tasso di passaggi completati vicino al 90%, Comuzzo ha dimostrato di essere una garanzia a livello difensivo oltre che un'arma in fase di impostazione. È stato il giocatore con il maggior numero di blocchi in campo, il che non fa altro che evidenziare il suo ottimo posizionamento e la capacità di leggere il gioco.
La fiducia di Palladino in Comuzzo segna un netto cambiamento rispetto alla scorsa stagione. All'epoca, nonostante il difensore fosse aggregato alla prima squadra e avesse guadagnato visibilità anche nelle parole di Italiano (“Farà parlare di sé perché ha qualcosa di diverso rispetto ai suoi coetanei”), era considerato la quinta scelta nei ruoli di difesa. Anche dopo il prestito di Mina al Cagliari, che avrebbe potuto offrirgli un’opportunità concreta, il difensore aveva raccolto solo pochi minuti di gioco. Scenario di cui avevamo già parlato all'epoca QUI.
Come tanti altri giovani profili italiani, noi di LGI conosciamo e seguiamo Pietro da anni, non a caso 5 stagioni fa l'abbiamo inserito nel nostro Almanacco 2020/21. All'epoca era il capitano della Fiorentina Under 16 e già lasciava intendere a tutti le sue enormi qualità e potenzialità. Non a caso Daniele Galloppa (suo allenatore dell'epoca) già ci parlava di lui come un "marcatore forte ed intelligente, con ottima conoscenza del gioco e di grande prospettiva..." parole che ora sembrano quasi una certezza. Il cammino è ancora lungo, ma questo inizio di stagione rappresenta delle fondamenta più che solide da cui partire, in bocca al lupo Pietro!